domenica 12 giugno 2016


sabato 14 maggio 2016

Un Treno per Cuma


mercoledì 24 febbraio 2016

#savetpl


Dibattito pubblico

#SAVETPL

Il trasporto pubblico locale verso le nuove riforme di settore
I livelli occupazionali da garantire e far crescere (ex EAVBus)
Il welfare collegato al settore e le politiche di tariffazione
Sicurezza per utenti e lavoratori
Riorganizzazione delle linee per individuare le sovrapposizioni ed i doppioni e garantire, così, più mobilità da e verso le periferie e le zone più disagiate.
VENERDI 4 MARZO, ORE 15.30, PRESSO SALA NUGNES, VIA VERDI NAPOLI
PARTECIPANO ALLA DISCUSSIONE 
LAVORATORI DEL SETTORE, CITTADINI, ASSOCIAZIONI UTENTI
INTRODUCE ANTONIO MAZZELLA - USB LAVORO PRIVATO CAMPANIA
MODERA FRANCESCO GRAVETTI GIORNALISTA DEL MATTINO DI NAPOLI
PER LE AZIENDE:
DOTT.UMBERTO DE GREGORIO PRESIDENTE CDA EAV
DOTT.AUGUSTO CRACCO AMMINISTRATORE CTP
ING. ALBERTO RAMAGLIA AMMINISTRATORE ANM
PER LE ISTITUZIONI:
DOTT. MARIO CALABRESE ASSESSORE TRASPORTI COMUNE DI NAPOLI
ING. LUCA CASCONE PRESIDENTE IV COMMISSIONE TRASPORTI
CONCLUDE ROSARIO MARESCA ESECUTIVO CONFEDERALE USB CAMPANIA

giovedì 18 febbraio 2016

Disastro trasporti-Intervista a de Gregorio


REPUBBLICA NAPOLI

De Gregorio: "Dimissioni? Non ci penso Intervista a Umberto de Gregorio - "Dimettermi? Solo se vuole De Luca"



Stella Cervasio



 PRESIDENTE dell'Eav Umberto De Gregorio, ha pensato di dimettersi dopo l'ennesimo incidente, i trasporti che non vanno e il diritto alla mobilità leso per Napoli e provincia? «No». E perché, se è lecito? «Perché sono assolutamente consapevole che era una problematica enorme. Molti mi dicono che sono un folle, ma è una follia lucida. Qualora mi rendessi conto che non vi è un forte e convinto appoggio da parte della Regione, allora si, mi dimetterei. Ma non sono in questa situazione». De Gregorio non pensa alle dimissioni, neppure dopo la ramanzina di De Luca che gli ha detto di pensare ai trasporti e non alla primarie Pd. «Quella non l'ho neanche intesa come una critica, mi ha solo invitato a distinguere il piano personale dalle cose pubbliche. Io ho le mie idee e il presidente non mi ha sgridato». L’EAV ha difficoltà sul fronte Circum (la forte protesta sindacale che ha tenuto al palo in una settimana 700 mila passeggeri ) e Cumana: deragliamenti che fanno tornare indietro di 50 anni, disservizi e disagi. Sarà il caso di chiedere una misura straordinaria? «Non credo che vi siano misure straordinarie, ma straordinario impegno da parte di tutti. Il deragliamento di oggi (ieri, ndr)si aggiunge a una serie di eventi che destano profonda preoccupazione per lo stato delle reti ferroviarie Eav, che necessitano di interventi strutturali di ammodernamento e manutenzione straordinaria. Per quanto riguarda la protesta anomala in atto sulla Circum invito tutti i dipendenti e i sindacati alla massima collaborazione in un momento di grande difficoltà finanziaria e strutturale dell'azienda. È un invito al buon senso e alla responsabilità. Proprio oggi abbiamo proclamato vincitori di un concorso interno 10 nuovi capotreni. Questo ridurrà la necessità di ricorrere stabilmente allo straordinario». Non è meglio chiudere la Cumana? «La chiusura non sarebbe ben accolta, sarebbe come dire "fatevela a piedi", la Regione rinuncia. Credo invece che occorra rispondere con misure concrete per migliorare il funzionamento». I viaggiatori si sentono abbandonati e ora hanno anche paura, protestano perché la Regione non interviene. «Dobbiamo operare su tre livelli. All'interno ottimizzando le risorse e la produttività, con grande senso di responsabilità da parte di manager, dipendenti e sindacati. Con la Regione facilitando i flussi di cassa del contratto di servizio e programmando investimenti strutturali. Occorre una strategia per pagare la debitoria pregressa che ammonta ad oltre 700 milioni sulla quale occorre stimolare, insieme alla Regione, un impegno anche del governo». Una strategia più volte annunciata ma mai individuata. Quale? «L'abbiamo individuata nel 2013 ma è in corso di perfezionamento un prestito tra Regione e ministero Economia e finanze di 500 milioni da destinare al trasporto su ferro Eav». I tempi? «Non sappiamo quando incasseremo».

Deraglia la Cumana-Panico a bordo


REPUBBLICA NAPOLI



La crisi dei trasporti

Cumana, deraglia un treno "Qui si rischia ogni giorno"  

Cumana deraglia un treno panico a bordo ferita una donna



Torregaveta, il convoglio contro un palo della rete elettrica Inchiesta della Procura e dell’Eav: è il terzo incidente in 6 mesi

La Procura indaga.

È il bilancio di un incidente nella stazione di Torregaveta, il convoglio è finito contro un palo della rete elettrica. Scattano due inchieste, una della Procura e l'altra dell'Eav: è il terzo incidente in sei mesi. Protestano i sindaci dell'area flegrea. Il treno deraglia alla stazione di Torregaveta. Il vagone va fuori dai binari e finisce contro un palo della rete elettrica, una donna (napoletana, lavora a Bacoli ) resta lievemente ferita alla gamba. Trasportata in ambulanza all'ospedale La Schiana di Pozzuoli, verrà dimessa poche ore dopo. Ancora incerta la dinamica dell'incidente. Non si esclude che il convoglio sia deragliato a causa di un problema allo scambio o per un cedimento strutturale. Escluso l'errore umano L'Eav (Ente autonomo Volturno) apre un'inchiesta interna ma scatta anche l'indagine della magistratura. Sul posto i carabinieri per i rilievi del caso e i tecnici dell'ente regionale che gestisce l'azienda. Il forte impatto ha danneggiato il palo della rete elettrica, ci vorrà qualche giorno per ripristinare i collegamenti. Torregaveta resta isolata, i treni si fermano a Fusaro: sarà attivo il servizio di bus sostitutivi. Intanto la Procura ha disposto il sequestro del treno e una serie di perizie che saranno effettuate oggi. Successivamente inizieranno i lavori di rimozione del convoglio che sarà riportato in officina per i lavori di riparazione. L'incidente alle 7 del mattino. Il treno sbanda sotto gli occhi di decine di pendolari, soprattutto ragazzi in attesa alla banchina a pochi metri dal luogo dello scontro. Panico a bordo, per fortuna il mezzo è semivuoto, una decina i passeggeri. Sul marciapiede di fronte, c'è la folla in attesa della Cumana in direzione inversa, studenti che ogni giorno viaggiano per andare a scuola. Per fortuna, la corsa del treno, che andava a velocità ridotta per entrare in stazione, finisce contro il palo. Un miracolo che evita una tragedia. Anche due mesi fa. È il 28 dicembre, due treni si sfiorano all'altezza della stazione di Bagnoli-Dazio. Succede qualcosa all'interscambio, tutti e due i treni passano anche se per uno di loro il semaforo è rosso. Inevitabile l'impatto. Paura tra i passeggeri, 8 feriti, anche stavolta la minima velocità assicura la salvezza. Nemmeno 4 mesi fa, ad agosto, un treno prende fuoco e viene totalmente distrutto dalle fiamme all'altezza di Fuorigrotta. Anche stavolta succede nelle prime ore del mattino, la perizia del personale a bordo ( ci sono pochissimi passeggeri ) evita la tragedia. Il capotreno si accorge del fuoco e li fa scendere uno alla volta. Questi sono gli episodi più eclatanti. Ma altri piccoli incidenti sono all'ordine del giorno e ci si convive quotidianamente. Nemmeno quindici giorni fa, un capotreno donna è stato aggredito alla stazione Traiano dalla folla inferocita per le lunghe attese. Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori. Interviene il Codacons: «Situazione in costante peggioramento, è un altro grave episodio che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Subito controlli su tutti i convogli della Cumana per verificare lo stato di sicurezza dei mezzi e garantire l'incolumità dei passeggeri». Anche Legambiente denuncia: «È un bollettino di guerra, i treni sono troppo vecchi e lontani dagli standard europei: in Campania 431 treni in circolazione sulla rete regionale viaggia con un età media dei convogli di 17,3 anni, il 78% con più di 20 anni di età».

Incidente di Torregaveta-Parla un macchinista


MATTINO NAPOLI



Intervista a Antonio Mazzella - Il macchinista: «Scarsa manutenzione ma mi sento sicuro se sono alla guida» = «Negli orari di punta i vagoni sono così affollati per le corse saltate che bisogna scendere e spingere all`interno i passeggeri a mano»

Pietro Treccagnoli

Ha la stessa anzianità aziendale dei treni più nuovi in servizio per la Cumana: 25 anni fa lui entrava nell'allora Sepsa, ora Eav, e sui binari cominciavano a viaggiare nuove vetture. E quelle sono rimaste, dal 1991. Ma ce ne sono, come si sa, di molto più vecchie. Altrove le tengono nei musei. Antonio Mazzella, 49 anni, due figli, originario di Bagnoli, residente a Soccavo, è un macchinista, quindi è in prima linea quando ci sono i disagi e anche quando tutto fila liscio. L'incidente di ieri mattina a Torregaveta, per fortuna con un solo ferito (una donna, a una gamba), ripropone di nuovo il nodo della sicurezza, ma Mazzella non se la sente di drammatizzare. Signor Mazzella, come macchinista, non sente di essere a rischio quando conduce un treno della Cumana? «Assolutamente no. Non si corrono forti rischi. Sarei davvero un pazzo a mettermi alla guida di un treno se sapessi di mettere in pericolo la mia vita, quella dei passeggeri e il futuro dei miei figli». Che idea s'è fatta dell'incidente di Torregaveta? «Nello specifico non so risponderle. C'è un'inchiesta della magistratura che farà chiarezza. Aspettiamo per sapere». Ma un'idea sua, con la sua esperienza, se la sarà fatta? «Sicuramente non c'è stato errore umano da parte del personale a bordo». Un errore da terra? «Neanche. La Cumana ha il blocco elettrico centralizzato che predispone il percorso del treno da Montesanto a Torregaveta. Tuttì i segnali vengono predisposti e controllati proprio dalla centrale di Montesanto. L'incidente, secondo me, è il capitolo di una lunga storia aziendale». Intende dire che ci sono delle responsabilità dell'azienda? «Non precisamente. La responsabilità è politica e riguarda i tagli selvaggi che sono stati fatti al sistema dei trasporti, almeno da sette-otto anni, se non prima. Vecchi i mezzi, vecchia la rete, binari e rete di contatto da verificare. Pochi fondi e manutenzione insufficiente». La manutenzione è un tasto dolente. «La manutenzione c'è e i colleghi che se ne occupano sono bravi, ma non è possibile fare quanto serve, con gravi disagi sulle corse». La scorsa estate c'è stato un altro incidente alla Cumana: un vagone andò a fuoco nella stazione di Fuorigrotta. Solo la prontezza del personale di bordo, che fece subito scendere i passeggeri, evitò la tragedia. «In quel caso dipese dalla vecchiaia della macchina. Insisto, la Cumana paga il prezzo dei tagli nazionali: una parabola discendente cominciata alla fine degli anni Novanta. Ne sono responsabili tutti i governi, di qualsiasi colore». Continuano i furti di rame? «Sulle linee della Cumana non se ne segnalano più da anni. Avvenivano sulla tratta Torregaveta-Licola. I furti erano compiuti di notte. Ce ne accorgevamo solo la mattina successiva, alla ripresa del servizio che subiva disagi pesanti, con l’annullamento di molte corse». Che problemi segnalate più spesso? «Tanti. Le avarie sono frequenti. Nelle officine di manutenzione spesso devono fare i salti mortali per rimettere in sesto le vetture, spesso recuperando il materiale da vagoni dismessi». E nonostante questo lei si sente sicuro? «Se riscontriamo problemi al treno non si parte. Il controllo è forte ed è a monte». Il treno non parte, le corse saltano... «E monta la legittima rabbia dei passeggeri. Nelle ore di punta, dalle 6,30 alle 8 di mattina, e alla chiusura delle scuole, dalle 13 alle 15, i vagoni sono affollatissimi, tanto che spesso non riusciamo nemmeno a chiudere le porte». E che fate? «Scendiamo e spingiamo dentro i viaggiatori, a mano». Scene da terzo mondo. «E le proteste hanno noi come bersaglio principale». Cosa fanno? Come reagiscono? «I viaggiatori sono esasperati. Reagiscono con bestemmie rivolte a noi, sputi e talvolta c'è scappato persino qualche ceffone, tanto che, ultimamente, in due casi al
Rione Traiano, sono intervenuti i carabinieri». Non sente la fatica di tutto questo? «Naturalmente,ma lo metto nel conto. I disagi sono stressanti anche per noi lavoratori. I nostri turni sono di sei ore e quaranta, ma spesso si allungano, per i ritardi. In tutto questo capita frequentemente che non riusciamo a fare le soste necessarie tra una fine-corsa e un'altra. Non c'è tempo. L'utenza non può aspettare. Si arriva al capolinea e si riparte subito».